
Celebrato solennemente il 76º anniversario della partenza nei partigiani dal Rušnjak
Numerosi cittadini si sono radunati domenica 4 agosto 2017, sul colle del Rušnjak per celebrare il 76º anniversario della partenza del primo gruppo di partigiani organizzato di volontari istriani guidati dall’eroe nazionale Joakim Rakovac, nella Lotta popolare di liberazione. Un gruppo di 69 volontari di questo territorio dell'Istria, sono partititi per la Lika e il Gorski kotar, per la liberarsi dal fascismo e per annettersi alla madre patria prima della capitolazione dell'Italia fascista. Durante tutta la LPL Rušnjak era luogo d'incontro dei partigiani, e degli attivisti, da quale ci hanno condotto fino alla liberazione. Il presidente dell'Associazione dei combattenti antifascisti e antifascisti di Parenzo Arduino Matošević, ha detto che Rušnjak per Parenzo rappresenta il simbolo dell'antifascismo e la centenaria lotta degli Istriani per l'annessione alla madre patria. Difendendo l'antifascismo tuteliamo la nostra giovane democrazia e il nostro futuro, ha detto Matošević.
Ai numerosi convenuti sul Rušnjak si è rivolto Loris Peršurić, il sindaco della Città di Poreč – Parenzo, rilevando che il raduno di oggi manda un sicuro e forte messaggio. –Nei tempi in cui viviamo e i temi con cui ci incontriamo oggi questo raduno di tante persone sul Rušnjak manda un messaggio forte e sicuro. Il messaggio che un gruppo di parentini, proprio da questo luogo leggendario sono partiti nella difesa non solo di se stessi e del suo, ma in difesa dell'antifascismo. Tutti noi che oggi ci siamo riuniti siamo orgogliosi della nostra tradizione antifascista, tradizione su cui è stata fondata l'indipendente e sovrana Repubblica di Croazia. Non dobbiamo dimenticare che queste giovane persone, in quel momento neanche pienamente consapevole della grandezza in che cosa entrano e dove li condurrà il cammino, nel momento cruciale della storia hanno scelto la parte giusta. 76 anni dopo, l'antifascismo è il caposaldo della nostra identità, della nostra regione, della nostra Istria. Oggi la Croazia sta affrontando l'emigrazione dei giovani e l'Istria è l'unica in cui si registra un’immigrazione. Siamo tutti concordi che tutto questo avviene grazie al nostro lavoro e lo sviluppo che è la caratteristica della nostra regione. In ambiente pacifico, di rispetto reciproco e di convivenza, non ci sorprende che siamo attraenti come luogo dove stare. Numerosissime volte abbiamo dimostrato – che in un Istria aperta, tollerante e pacifica non c’è posto per l'odio, la discriminazione, la violenza e l’aggressione ma neanche non relativizzare la storia. E proprio per questo motivo ci raduneremo sempre orgogliosi sul Rušnjak e diremo che la nostra Parenzo e la nostra Istria non dimenticheranno cosa nel passato abbiamo dato per la nostra terra e paese e di ciò saremo sempre orgogliosi ha detto Peršurić.
Il vicepresidente della Regione Istriana Fabrizio Radin ha detto che noi abbiamo una grande responsabilità, a nome di tutti coloro che hanno combattuto di seguire la via della pace, unità e tolleranza. – Questi 69 giovani istriani guidati dall'eroe nazionale Joakim Rakovac, che in quel fatale mese di luglio del 1943 avevano dai 16 ai 25 anni, sapevano e ritenevano che devono combattere non solo per il diritto alla libertà nazionale e di parola ma per la libertà e contro la povertà, per un'emancipazione sociale, per una vita migliore che non dipenderà dall’arida terra istriana o delle giornate fortuite lavorate sulle terre come mezzadri. Oggi noi sappiamo quanto è stata dura la loro lotta e che valore ha, però noi non dobbiamo tradire gli ideali che quei giovani hanno guidato alla LPL e nella lotta per l'emancipazione nazionale e sociale, ha detto Radin.
L'ex presidente croato Stjepan Mesić ha detto che è compiaciuto che il raduno si svolge proprio in questo luogo e altri luoghi della LPL ed è importante ricordarli.- La cosa più importante è di non cadere nelle bugie che ci martellano sulla scena pubblica e politica, attraverso i media e l'editoria, attraverso il sistema d’istruzione e non voglio sottacere il ruolo della chiesa. Ciò accade con il consenso tacito delle autorità, e spesso con il suo incoraggiamento anche se si tratta di persone e istituzioni che dovrebbero primeggiare con il buon esempio nel creare una Croazia democratica, civilizzata, un paese tollerante, in uno stato di diritto in cui tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e doveri, ha detto nel suo discorso Mesić.
Ai convenuti si sono rivolti anche il presidente dell'Associazione dei volontari e veterani della Guerra patriotica di Parenzo Miro Sošić, il vicepresidente dei combattenti antifascisti e antifascisti della Regione Istriana Romano Božac e i il presidente della Comunità delle associazioni regionali Josip Broz Tito, Josip Hrvatin. Tra gli invitati erano presenti i deputati al Sabor Giovanni Sponza e Emil Daus, il presidente del Consiglio municipale della Città di Parenzo e il presidente del Comitato per il Rušnjak Adriano Jakus, il vicepresidente della Federazione dei combattenti antifascisti e antifascisti della Croazia Edo Jerman, e il contrammiraglio in pensione Martin Matošević.
La cerimonia è stata arricchita dall'esibizione della Banda d'ottoni e il gruppo folcloristico „Matko Laginja“ di San Lorenzo del Pasenatico. Dopo la tradizionale deposizione della corona e gli interventi, sul Rušnjak si è proseguito a socializzare con i cittadini, antifascisti e sostenitori con il classico rancio di minestra di fagioli e vino per tutti.